giovedì 19 dicembre 2013

FRANCESCO E I SUOI FRATELLI

La Proloco di Viterbo
con il patrocinio ed il sostegno del
Comune di Viterbo
è lieta di Presentare

Venerdì 20 dicembre – ore 21.00
nella Chiesa di Santa Maria Nuova

FRANCESCO E I SUOI FRATELLI
Leggende miracoli fioretti

Antonello Ricci racconta San Francesco tra Viterbo, la Tuscia e la Maremma

Con la partecipazione di Pietro Nicola Benedetti ViolinFrancesco e i suoi fratelli. Devoti di ieri. Devoti di domani. “Tracce” e passaggi di San Francesco e dei “suoi” nella Tuscia. Memoria e devozione popolare per il santo poverello a Viterbo Orte Tuscania Tarquinia Bagnoregio. La fervida preghiera elevata al santo di Assisi da una madre, dall'alto burrone della Civita, e la miracolosa guarigione del piccolo Bonaventura. Ancora: l'elogio a Francesco dettato dal santo di Bagnorea (quello che, per intenderci, nei pubblici uffici sempre pospose la sinistra cura) nel XII canto del Paradiso dantesco. E la “comparsata”, in quegli stessi versi, dell'unico papa degno di sedere fra i beati, almeno secondo l'autore della Comedìa: il portoghese-viterbese Giovanni XXI. Poi l'innocenza e la purezza di frate Ginepro che toccano al cuore il tiranno Niccolajo, mal consigliato dal demonio, intento all'assedio di Viterbo. Infine, i nipotini del santo poverello: dai frati-creature del Francesco giullare di Dio (Roberto Rossellini) ai poetici ingenui (e un po' maldestri) frati Ciccillo e Ninetto spediti a Tuscania (proprio da Francesco) per convertire passeri e falchi, nel fiabesco fioretto cinematografico del pasoliniano Uccellacci e uccellini. Può bastare così?
Vi aspettiamo! - Proloco Viterbo & Antonello Ricci

“ILLUMINIAMO PIANOSCARANO”


“ILLUMINIAMO PIANOSCARANO”
La città nella città
tra storia tradizione leggenda

L'Associazione Amici dei Monumenti
e la Proloco di Viterbo
con il patrocinio ed il sostegno del
Comune di Viterbo
sono lieti di presentare

Sabato 21 dicembre – ore 21.00
Appuntamento presso porta del Carmine
RACCONTARE PIANOSCARANO
Passeggiata/racconto in compagnia di
Paolo Giannini e
Antonello Ricci
Con la partecipazione di Pietro Benedetti
Vero e proprio Genius Loci, con la sua inconfondibile verve di appassionato e rigoroso storico e archeologo locale Paolo Giannini narrerà la storia del quartiere “più viterbese” di Viterbo, illustrandone momenti e monumenti i più significativi.
Antonello Ricci e Pietro Benedetti omaggeranno invece Piascarano e il dialetto viterbese con i più bei versi dei nostri poeti vernacolari (Maggini, Mecarini, Urbani, Zena, Galeotti, Celestini e altri). Data l'occasione, non mancheranno momenti poetici dedicati alla dialettalità del Natale e dei suoi riti.
Al termine i partecipanti potranno rinfrancarsi con vino e bruschetta.
Vi aspettiamo! - Associazione Amici dei Monumenti, Proloco Viterbo & Antonello Ricci

venerdì 13 dicembre 2013

Alcuni appuntamenti del 2014


La concentrazione ...


Il Garibaldino






Locandine di alcune repliche di Drug Gojko











Dante al Gesù !

La Proloco di Viterbo
con il patrocinio ed il sostegno del
Comune di Viterbo

è lieta di Presentare

Venerdì 13 dicembre nella Chiesa di San Silvestro a piazza del Gesù

DANTE AL GESÙ!
Antonello Ricci
 racconta
il “suo” Dante
tra Viterbo, la Tuscia e la Maremma
Con la partecipazione di
Pietro Benedetti
Si chiedeva Giampaolo Dossena nella sua straordinaria Storia confidenziale della letteratura italiana: «Sarà giusto, in una storia, sia pur confidenziale, della cosiddetta letteratura “italiana”, dedicare mezza riga ai cronisti viterbesi del Quattrocento? Credo si possa rispondere di no. Ciascuno di noi può fare letture particolari, a seconda dei luoghi in cui gli è capitato di nascere e in cui ha scelto di vivere. Se è giusto che ciascuno abbia la propria prospettiva, mi sembra che solo in prospettiva viterbese sia giusto leggere i cronisti viterbesi del Quattrocento.»
Ma allora con Dante a Viterbo come la mettiamo?...
Le gore che si derivavano dal Bulicame – ancora visibili, per larghi tratti, tra Orto Botanico e strada provinciale Tuscanese – prese a pietra di paragone per evocare il Flegetonte: il fiumiciattolo infernale di sangue bollente, ove per limpido implacabile contrappasso stanno a mollo le anime di coloro che in vita versarono l'altrui sangue.
E quelle donne che se ne «partivano» le acque: saranno state prostitute «peccatrici», bandite dal diritto di attingere alle fonti cittadine o, più semplicemente, contadine viterbesi madri di famiglia pezzatrici («pettatrici») dell'umile canapa e del prezioso lino locale?
C'è poi la boscaglia maremmana. Regno secolare incontrastato di cinghiali e briganti (Tiburzi, nel tardo Ottocento, ma anche il collega e trisavo Rinier da Corneto, che alle strade fece tanta guerra proprio ai tempi di Dante e Farinata). Essa, segnata da nessun sentiero, dovette parere al poeta come la similitudine più adatta a evocare – seppur per difetto – nella fantasia del lettore medievale l'orrore della intricata selva dei suicidi.
Infine un papa francese goloso da morire: Martino IV. E un menu da purgatorio: anguille affogate nel latte, poi scorticate e rosolate nella vernaccia (o non sarà stato piuttosto l'est-est-est del ciucco Defuk?). E una fantomatica prigione per chierici evocata in paradiso: detta la Malta, tanto era orribile e fangosa. Ma chissà dov'era veramente. A Cittadella di Treviso (voluta dal feroce tiranno Azzolino Romano) o nel ventre rimosso di Viterbo (come certificò Niccolò della Tuccia, cronista viterbese del Quattrocento)? Sulle rive del lago di Bolsena, forse. Ma, a Marta presso la bocca dell'emissario omonimo (dove le anguille si sono coltivate fino a non troppo tempo fa) o nel perimetro recluso di una delle sue due pittoresche isolette? Sulla placida e coltivata Bisentina dei Farnese o sulla scogliosa e impervia Martana, reclusorio di donne sfortunate (al pari della Pia de' Tolomei)? Santa Cristina martire o la regina-martire ostrogota Amalasunta?
Occuparsi di paesaggi locali nella Comedìa dantesca non è bagattella da localisti. Perché a inseguire maremme e bulicami, macchie inestricabili e ingressi d'averno, anguille e vernacce, prigioni che affondano nel fango, il lettore contemporaneo potrebbe finire per ritrovarsi nel centro del più grande libro mai scritto da un cristiano...
Vi aspettiamo! - Proloco Viterbo & Antonello Ricci

Drug Gojko